E’ di qualche giorno fa un’intervista di Repubblica al nuovo sindaco di Bari, Antonio De Caro, durante la quale vengono esposti i risultati di un’amministrazione che tanto sta facendo per la mobilità dolce del capoluogo pugliese. Quello che salta subito all’occhio è la tangibile concretezza di provvedimenti semplici, ma talmente incisivi da risultare indispensabili, tanto quanto indispensabile è la risolutezza con la quale sono stati presi. Ecco un estratto:
Questo per dirvi che al di là della retorica, della lentezza atavica e dell’ignavia assoluta che regna nella politica locale siciliana, può esserci una politica alternativa, che non si scoraggia o si tira indietro pigramente di fronte alle sfide di un territorio sicuramente complesso, che però può essere contrastato con la cultura delle buone pratiche e con la convinzione che un provvedimento, anche impopolare, può dare i suoi frutti se alla fine dimostra di essere stato preso per il bene della collettività.
Questo dimostra anche che quando si governa per il territorio, e non per i voti e per il consenso, le soluzioni arrivano. Sicuramente il caso Bari sarà perfettibile, ma il grande risultato è già stato ottenuto imboccando la strada giusta. A Bari non avevano la strada spianata rispetto a noi, ma l’hanno percorsa interloquendo con tutti senza scadere in facili retoriche, ma tenendo fisso l’obiettivo di rivoluzionare la mobilità urbana, venendo incontro al contempo alle esigenze di commercianti e cittadini.
Viene sicuramente da riflettere se paragoniamo il tutto a quello che invece succede da noi:
– Provvedimenti sulle pedonalizzazioni assolutamente non strutturati e molto superficiali, con politiche incoerenti che prima vedono l’istituzione di nuove isole pedonali e poi il ritiro dopo pochi giorni (vedasi il caso Acquasanta, piano di pedonalizzazioni dell’ex assessore Bazzi o la fallimentare sperimentazione alla Favorita) che solo ultimamente sembrano vedere una leggera inversione di tendenza con l’istituzione di dissuasori ancorati, più difficili da rimuovere.
– Continue richieste da parte del Comune, di collaborazioni e partecipazione delle associazioni che operano sul territorio, senza poi dare mai un reale seguito alle iniziative intraprese. Di fatto chi vorrebbe collaborare e mettere a disposizione il proprio know how acquisito, il proprio tempo e le proprie risorse umane in un progetto condiviso col Comune di Palermo a titolo gratuito – perché di questo si parla – spesso si ritrova nella disorganizzazione più totale, col Comune che delega tutto alle associazioni senza di fatto mettere un euro per coprire quanto meno i costi di gestione di una specifica iniziativa. Dicono sempre che i soldi non ci sono, quando in realtà basterebbe veramente poco per dare concretezza a iniziative sociali di grande valore. La verità, forse, è che nemmeno il Comune crede in quello che fa. Il che sembra più fatto per un ritorno di immagine, che per il risultato concreto.
– Politica del parcheggio in centro, già di per sé errata, dato che si dovrebbero incentivare i parcheggi periferici per poi invogliare la gente a spostarsi coi mezzi pubblici (per i quali nel frattempo andrebbe migliorata l’efficienza). Anche questa tra l’altro portata avanti in maniera assolutamente incoerente, dando la sensazione che non si sappia esattamente cosa fare.
– Pianificazione alla cieca, con l’affanno di voler fare per forza qualcosa, senza esattamente avere cognizione di come farla. Questo perché è più importante dare l’impressione di star lavorando, piuttosto che lavorare per ottenere risultati concreti.
– Assenza totale di controlli, che rendono vano qualsiasi provvedimento preso: da un lato si agisce timidamente, dall’altro si fa come Pilato e ci si lava le mani se poi ognuno fa quello che gli pare, in barba alle regole.
Ci è stato detto da Comune e forze dell’ordine che non è possibile governare un territorio come Palermo. Che è colpa dell’inciviltà dei cittadini, che la politica “sta facendo di tutto”…ma la realtà è che la politica e la polizia municipale stanno facendo poco e niente, o lo stanno facendo male.
Non ci sono scuse: il caso Bari è un caso concreto, una best practice in una città del sud Italia che non vive problemi diversi da quelli di Palermo.
Il caso Bari è la dimostrazione di come la politica abbia tutti gli strumenti per fare la differenza, e che gli unici limiti sono quelli della politica stessa: incompetenza, inerzia, volontà di non agire e in alcuni casi, purtroppo, malafede e cialtroneria.
Palermo smetta di lagnarsi e prenda esempio: cittadini e governanti.
un ingegnere dell’anas avrebbe già trovato una soluzione per viale regione siciliana
ogni giorno 6 7 chilometri di coda in entrambi i sensi
il signor Orlando se ne strafotte.. a coscienza sua.. ma questo nuovo assessore é orbo pure questo?
a bologna e Firenze è pieno di telecamere funzionanti.. qui sono per figura.. e poi il famoso euro del sindaco di bari. . parcheggio per tutto il giorno e bus gratuiti.. ci vuole testa che al comune non hanno.. certo se sei palestinese musulmano o zingaro allora ti pensavo. .ma se sei palermitano servi solo per pagare..
E come non quotarti.
Tutti i politici dovrebbero nascondere la testa sotto la sabbia, perché non è neanche lontanamente giustificabile che nel 2014 le due arterie principali della città ( viale Regione Siciliana e via Messina Marine) siano un tappo in entrambe le direzioni quando basterebbero investimenti contenuti e diretti per risolvere il problema.
Sono le piccole cose a fare la differenza, come interventi da quattro soldi per rimodulare le strade e bonificare aree abbandonate al fine di ricavarne parcheggi.
Arriverà mai il giorno in cui i politici faranno il proprio lavoro e passeggeranno per le strade di Palermo e testeranno sulla propria pelle i disagi quotidiani di migliaia di cittadini?
Se nella prossima programmazione europea non salta fuori un maxi progetto di riqualificazione di Viale Regione significa che nessuno ha capito niente di quali siano i veri problemi.
Ma anche senza scomodare l’Europa c’è l’ANAS pronta ad un raccordo autostradale sotterraneo tra Brancaccio e l’ospedale Cervello. Mille questioni per fondo Luparello, quando si dovrebbe abbattere ad occhi chiusi la qualunque per risolvere un problema che mette la città in ginocchio ogni sacrosanto giorno.
Ho vissuto nella città di Bari per tanti anni, ho visto come una brutta città si possa trasformare in una piccola metropoli. I vari Sindaci che si sono susseguiti hanno modificato in bene tutto, la città vecchia era prima come lo zen 2 a Palermo, inaccessibile e piena zeppa di rapinatori e ladruncoli. Con il tempo, hanno ristrutturato tutto, Forze dell’ Ordine a tempesta con presenza continua, una nuova caserma della Guardia di Finanza e un Commissariato di PS in piena città vecchia. Risultato? .. Andate ora a fare una passeggiata sulla Muraglia, un incanto credetemi ..piena zeppa di locali e tantissimi turisti. Bari ora è una città pulita, in forte crescita ed espansione commerciale.. ho contato almeno una decina di Centri commerciale, 3 Decatlhon, Ikea…uno stadio stupendo.. insomma è la dimostrazione di come il buon governo negli ultimi 20 anni, abbia trasformato non solo la città ma ha modificato la mentalità di tanti baresi. Ad oggi l’80 per cento effettua la differenziata .. le vie maggiori (Via Sparano, Corso Vittorio Emanuele, via Cavour) sono pedonalizzate, frutto di numerosi parcheggi sotterranei costruiti negli anni.. Per non parlare del lungomare.. una vera cartolina. Bari ha più o meno 600000 abitanti non tanto più piccola di Palermo..ha eliminato completamente la piaga del contrabbando delle sigarette..ricordate? Se ce l’hanno fatta loro, città terrona come noi .perché Palermo e palermitani non devono svoltare?
E’ risaputo che la politica siciliana sia sempre stata orientata al consenso piuttosto che al risultato concreto. Del resto nessuno vuole andare a scardinare gli equilibri creatisi in decenni di “lasciafare” e anarchia, mentre la politica Romana mandava soldi a palate che sopperivano ad una totale mancanza di sviluppo sostenibile del territorio.
I nodi vengono al pettine, ora…
Il territorio e’ devastato, culturalmente iper arretrato e autoregolato per necessità.
Orlando ha preso i suoi consensi stabilizzando i baracconi della mail apolitica, facendo malapolitica, e ingannando coloro che avevano creduto al suo programma senza capo ne’ coda sulle pedonalizzazioni.
Pianificazione, gestione del verde urbano, chiusura al traffico del centro, piste ciclabili, parcheggi e telecamere si realizzano con investimenti contenuti, buona programmazione strutturata e risolutezza.
Si potrebbe fare domani, ma lo si potrà fare solo dopo che Orlando u papà non sarà più sinnaco, quindi tra tre anni almeno, quando i palermitani forse sceglieranno una persona più seria e meno orientata a campare di politica.
Questa è la differenza tra i politici e gli ingegneri. GLi ultimi usano la logica…L’analisi dei flussi di traffico cos’è, fantascienza?
@VENDETTA
rimarcare la differenza tra politici e ingegneri è utile fin quando il “tecnico” di turno ha potere decisionale.
Anche a Palermo abbiamo avuto ingegneri (vedi l’ex Assessore alla Mobilità Tullio Giuffrè) in giunta, ma laddove c’è qualcuno sopra che può pilotare le tue attività, l’essere un ingengere trasportista non è per forza sinonimo di efficacia.
Certo è che a Palermo molto si debba ancora fare e che costituisce senza dubbio un valido esempio per noi. Vorrei però soffermarmi a riflettere su alcune cose. L’amministrazione palermitana non è perfetta, tuttavia molto si sta muovendo oggi come oggi. Se siamo rimasti indietro è anche perché dal dopoguerra fino agli anni ’90 abbiamo avuto delle amministrazioni che hanno abbandonato il centro storico, che non si sono curati di fare piani regolatori e che hanno favorito la speculazione edilizia (ogni tanto fa bene ricordarlo). Vi invito ad analizzare la topografia di Bari. Il suo centro storico è un triangolo di terra circondato per tre quarti dal mare ed è grande forse un quarto del centro storico di Palermo, che è, invece, lungo 2 km e largo 1,5, perfettamente incassato nella costa. In più taglia a metà due parti di città e, come se non bastasse, ha il fiume a creare un’ulteriore barriera verso i quartieri meridionali. Le problematiche di una tale conformazione sono ben più complesse di quelle che presenta Bari, che inoltre ha circa la metà degli abitanti di Palermo. Da noi chiudere completamente il Centro o bypassarlo richiede sforzi superiori.
Ho vissuto anni in Puglia per lavoro e mi sono trovato spesso a Bari.
Città eccezionale!!!!
In pochi anni sono riusciti a rivalutare parecchie zone degradate e con tutto rispetto grazie alla collaborazione dei abitanti stessi che amano la propria città e rispettano le proprie cose.
…Mentre i baresi si godono il loro bel centro storico, noi palermitani facciamo fatica a vedere quello che ci sta intorno!!!!
Quoto in tutto quanto scritto da NIGILA – volevo aggiungere che hanno una tangenziale che fa invidia ad alcune grandi città!!!!!
Non ci sono soldi …. Orlando li trova sempre per gli LSU per la GESIP .. e mai per noi palermitani … è tutta una questione di voti ..di migliaia di voti che sono sempre a disposizione di questa classe dirigente …
Conosco Bari benissimo e le differenze sono, oltre che nella buona amministrazione e nelle dimensioni più ridotte (300.000 abitanti, non 600.000), nella collaborazione della gente. La quasi totalità dei cittadini amano la propria città e la rispettano, ammirando e gioiendo di tutto quello di buono che fa l’amministrazione.
Chiedo scusa per il numero di abitanti, ma quando ci stavo io la provincia BAT, (Barletta.Trani)non esisteta.
BAT (Barletta Trani Andria 384.293 )
BARI 322 751
Ha ragione Signor Roberto 1, gli abitanti 20 anni fa quando è cominciata l’opera di riqualificazione era di 700000 abitanti.
Bari e Catania non possono essere paragonate all’amministrazione di Orlando, sarebbe un’offesa per loro. Solo per la GESIP Orlando andrebbe arrestato per danno erariale nel mantenere un carrozzone solo fine a se stesso !
Aggiungo alle città meridionali in crescita anche Salerno, che ha un centro storico largamente pedonalizzato e un lungomare pieno di locali. L’impressione di sicurezza e l’assenza di accattoni sono altri due elementi che la pongono ai vertici (non a caso il sindaco De Luca è il più apprezzato d’Italia).
Catania con Piazza del Duomo e Via Etnea pedonalizzata, sembra anche elegante, catanesi e turisti apprezzano.
Noi restiamo in coda, con le macchine sui marciapiedi di via Roma, via Maqueda e corso Vittorio Emanuele, con grascio ripartito fra centro e periferia. In compenso alla Stazione Centrale si è assaliti dagli accattoni che chiedono soldi. Poi il bilancio comunale è consacrato a pagare migliaia di lsu a cui non viene richiesto alcun risultato. Complessivamente il bilancio di ollando risulta negativo con i suoi interventi episodici. Poteva potenziare il sistema di trasporto prima di pedonalizzare definitivamente…
Bah, non siete mai contenti di niente. Tutto quello che si fa non è mai abbastanza. Criticate pure Orlando in tutto quello che fa e fregatevene dei problemi strutturali della città.
che cosa avrebbe fatto di epocale ollando?
gli lsu, gesip, pip?
ollando è sindaco dal 1985 con la parentesi cammarata. Da quell’anno il resto del mondo ha fatto grossi passi in avanti, noi forse mezzo passante ferroviario (opera rfi) e un po’ di rotaie di tram.
Poche idee, ma confuse…